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VILLA FABRIS

VILLA FABRIS A SAN TOMIO

Percorrendo la strada comunale di Visàn, circondata da campi di mais e cave di argilla, si giunge ad un grande arco: è l'accesso laterale del complesso denominato Villa Fabris, dal nome dei proprietari che la acquistano all'inizio del Novecento. Essa sorge probabilmente su un insediamento romano: nella casa padronale, infatti, sono stati rinvenuti alcuni vasetti lacrimali e tre urne cinerarie, ora conservate al Museo Archeologico di Vicenza. I primi documenti che abbiamo ci dicono che nel 1437 il proprietario, il nobile vicentino Francesco Branzo de' Loschi, fa scavare un canale, la roggia Branza, per portare fin lì l'acqua del torrente Livergon. Nel Cinquecento la villa diventa proprietà della famiglia Bissari; alcuni documenti dell'epoca la descrivono in modo molto simile allo stato attuale, con un alto porticato rivolto a Sud, la grande aia pavimentata in cotto, file di colonne ai lati. Alla fine del Seicento l'edificio ed i campi circostanti vengono acquistati da un avvocato vicentino, Ortensio Zago, singolare figura di studioso, appassionato di idraulica, archeologia, architettura. Nel 1688 egli fa edificare l'oratorio dell'Immacolata Concezione che sorge a fianco dell'ingresso Ovest, il cui altare è decorato con sculture della bottega di Orazio Marinali e da una tela. Sull'architrave si può vedere un'iscrizione di carattere apotropaico che recita: “XTVS NOBISCV NOXIA QUÆQUÆ STATE” (Cristo è con noi, forze malvagie state lontane!).

Attualmente la Villa presenta al fianco della Chiesa un ampio arco a bugne rustiche fortemente rilevate, che sembrano ispirarsi a quelle di Palazzo Thiene del Palladio, immette al lungo porticale di settentrione, retto Porticati interni Villa Fabris Visan San Tomio di Maloda alte colonne tuscaniche con vasi a capitelli in pietra. Ad oriente si trova il contrapposto portone ad arco che si spalanca verso la campagna. Aperture irregolari nel tessuto murario rivelano interventi e sistemazioni di varie epoche nella casa del gastaldo. In alto, a sinistra dell'ingresso si profila un campaniletto a vela con campana fusa nel settecento che un tempo segnava i ritmi della fattoria. Di fronte alla casa del gastaldo si apre una grande corte, un tempo aia con pozzo e disposta nei modi delle fattorie più complete. Portici colonnati su entrambi i lati, antecedono scuderie, stalle per bovi, magazzini , casara e cantina. A sud la corte è protetta da cinta murari, al centro della quale si apre un portale bugnato settecentesco che prospetta sul rettifilo di carrareccia verso la distesa della campagna.


Un originale modo per conoscere meglio la vita in questa corte nel secolo scorso si può ottenere con lo spettacolo "Quando le vacche erano veramente magre" portato in scena dalla compagnia Le scoasse www.scoassecabaret.it  Lo spettacolo è stato creato dalle vicende narrate da Silvano Bortoli nato in Visan e vissuto nella corte di Villa Fabris fino al 1956.

Via S. Bernardino, 19


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