Contenuto | Premi e lauree1987: Premio Sirmione per Jura 1988: Premio Bagutta per Bau-sète! 1992: Premio Nonino Risit d'Aur e Brunacci Monselice per Maredè, maredè... 1994: Premio Mondello per Il dispatrio 1997: Premi Angelini e Vailate per La materia di Reading e altri reperti 2000: Premio Chiara alla carriera 2003: Premio "Il Calepino" Luigi Meneghello avrebbe ricevuto il 6 luglio 2007 dall'Accademia Nazionale dei Lincei il premio Feltrinelli 2007 per la Narrativa, in occasione della Adunanza Solenne di chiusura dell'anno accademico. Il premio è stato ritirato dall'Accademico dei Lincei Bruno Zanettin che ricorda il suo grande amico: “mi legava a Luigi Meneghello un'amicizia che va al di là dei ricordi: Innumerevoli sono stati i riconoscimenti che gli sono stati tributati eppure era felice e un poco emozionato, pochi giorni or sono, quando, col suo solito umorismo, mi disse al telefono che un certo Giovanni Conso gli aveva fatto sapere che l'Accademia dei Lincei aveva 'pensato bene' di assegnargli il Premio Feltrinelli per la Narrativa, sarebbe stato lieto di calare a Roma assieme a me per la circostanza e già pregustavo quell'incontro. Proprio lunedì avevo acquistato i biglietti ferroviari: due posti vicini. Il mattino dopo la notizia. Ora restano solo i ricordi”.
Lauree ad honorem: 3 luglio 1998 Università di Reading 17 aprile 2002 Università di Torino 27 maggio 2003 Università di Perugia 20 giugno 2007 Università di Palermo, assieme a Vincenzo Consolo, che ricorda così quel momento: "La laurea honoris causa in Filologia moderna, a noi due insieme, a Meneghello e a me, quel giorno di giugno del 2007, là nell'aula magna del Rettorato di Palazzo Steri, in quel trecentesco palazzo che tante ne aveva viste (fu abitato dall'illustre famiglia dei Chiaramonte che l'aveva fatto costruire, poi fu sede vicereale, sede del Santo Uffizio, del tribunale e del carcere della terribile Santa Inquisizione). La laurea, dunque, insieme, a Meneghello e a me. E a me sembrava quel giorno, in quella magnifica aula, davanti al senato accademico e al vasto pubblico, di usurpare il posto di Licisco Magagnato, il Franco di Bau-sète!, che si laureò a Padova nello stesso giorno insieme a Meneghello ed ebbero, i due laureati, insieme un solo "papiro" di laurea "a due teste". Però quel giorno mi rassicurava il fatto che Meneghello ed io eravamo gemelli, voglio dire che eravamo nati scrittori nello stello anno, nel 1963, lui col suo Libera nos a malo ed io con il mio La ferita dell'aprile; e tutti e due ancora con uguale assillo linguistico, l'intrusione, nell'italiano, del vicentino, o meglio della lingua di Malo, ed io del siciliano, vale a dire di tutte le lingue antiche che giacevano nel siciliano. E poi... E poi eravamo due dispatriati, Meneghello in Inghilterra, a Reading, ed io nella Milano dei Verri, di Beccaria, di Manzoni, di Verga, di Vittorini... Dispatriati, noi due insomma, in due diverse "patrie immaginarie". Cosa univa ancora, Meneghello e me? A guardare le immagini di quella cerimonia, l'autoironia dipinta sui nostri due volti. Ah, caro Meneghello, che incontro che è stato quello con te a Palermo! Primo e ultimo incontro, perchè subito, tornato a Thiene, tu sei partito per quel viaggio dal quale non si ritorna più. Ed io ti rimpiango. Tutti ti rimpiangiamo, me ci confortano però i tuoi libri, tutti i tuoi magnifici libri. Quelli, sì, resteranno sempre con noi."
(27 maggio 2003, conferimento della laurea a Perugia) |