Contenuto | Prima tappa: CasabiancaL'acqua di Malo (p. 1202) […] Ma ciò che mi colpisce di più è quanto si è riusciti a salvare, o più tipicamente a travasare dal vecchio al nuovo. Penso ancora proprio alla Casabianca, dalla quale siamo partiti quasi due ore fa. Il posto dove siamo è davvero un esempio straordinario di come un pezzo della vecchia vita si possa inserire funzionalmente in un quadro di vita moderna, come si possa servirsi delle strutture del passato senza distruggerle, anzi! Ed è chiaro a me e a tutti quelli di voi che conoscono il paese che questo lo dobbiamo essenzialmente a due persone, a Francesco a cui dobbiamo la antica casa e a Battista a cui dobbiamo l'idea della moderna, poco meno che ipermoderna, collezione. A entrambi è dovuta la nostra gratitudine: questa loro collaborazione mi pare una delle cose più belle nella storia recente del nostro paese, e penso che noi compaesani e in particolare i nostri amministratori dovremmo tenerne conto, e appoggiarli forse più di quanto facciamo. Questa è una delle più pregiate risorse culturali del paese, cerchiamo di non lasciarla languire o deperire per fiacchezza di appoggio Cronologia (p. CLIV) […] “Battista Meneguzzo (Giobatta è il nome “da festa”) è diventato per me un essenziale punto di riferimento a Malo. E’ il più costante, il più modesto, il più strambo, il più acuto (e il più sordo si dà il caso) dei miei amici. E’ un devoto raccoglitore di meneghelliana – opuscoli, foto, documenti e cimeli – e nel suo museo c’è un’ampia esposizione delle varie edizioni dei miei libri. La sua personalità e lo spirito di sua moglie Luciana sono stati per Katia e per me, e sono, tra le cose emblematiche di Malo.” […] |