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Cenni storici

Premessa

Malo offre piacevoli e interessanti realtà sia per i maladensi sia per i visitatori. Questa miniguida è offerta a chi desidera conoscere come il centro urbano e il territorio si siano costituiti e modificati nel corso della storia.

Siti primitivi

La zona fu abitata da antiche popolazioni e dai Veneti che vi si insediarono dall'ottavo secolo a.C. sulle alture. Intorno a Monte Oresco, Monte Sisilla, Monte Palazzo e nelle colline prossime, si sono rinvenute tracce delle culture neolitica e dell'età del ferro. Si suppone che questi siti fossero collegati alla pista del paleoveneti, che si snodava a mezzacosta, da Vicenza a Magrè e a Santorso.

Malo romana

Le rilevazioni da satellite confermano l'esistenza di due successive centuriazioni rilevabili nel tracciato di strade e carrarecce sull'andamento a scacchiera di cardini e decumani. Asse della centuriazione era il rettifilo tra Santorso e Vicenza, che nella nostra zona corrisponde al Trozo Maran da San Pietro a Ca' Losca.
Case, Malo, San Tomio, Isola sono situati all'incirca sul cardine ultrato quinto, al margine della centuriazione. La strutturazione agricola romana ha lasciato tracce a nordest di Case, a Molina e a San Tomio dove esiste una zona archeologica sul sito di una "villa" romana; nel campanile di San Bernardino si nota qualche mattone sesquipedale; cassette funerarie romane si rinvennero al Visan; a sud di San Rocco,lungo il cardine citrato primo, affiorano strutture di un casale romano.

Nel primo millennio

Nel 917 era già organizzata la Curtis Màladum, centro amministrativo della cultura longobarda. L'uso del territorio, le disposizioni amministrative e le norme della convivenza di frequente si riferiscono all'editto di Rotari. Nomi di luoghi, di persona e termini della parlata maladense sono di origine longobarda. Per la gente che viveva "more romano", ebbe importanza la Pieve di Santa Maria, detta poi del Castello di Malo. Essa continua l'organizzazione del "pagus" romano del Pedemonte da Castelnovo a Leguzzano. Nel secolo X, per disposizione dell'imperatore Berengario I, i vescovi eressero i castelli di Malo e di San Vittore. Sulla collina e nella pianura i Benedettini avevano costruito casali. Nel 972, nove di essi sono donati dal Vescovo per la riedificazione della Basilica di San Felice, distrutta dagli Ungari.

Il Comune

Nel secolo XI accanto ai casali si sviluppa l'allevamento delle greggi e fiorisce l'arte della lana. Gli Statuti Comunali regolano l'uso dei pascoli. Sorge la chiesa di San Benedetto: nel suo porticale e nella camminata adiacente, accanto al campanile torre, si forma la fiera coscienza civica. Il Comune è retto dal Decano, da Sindaci con varie competenze, e da sei Sapientes (assessori). Altri incaricati controllano l'amministrazione e sono delegati a trattare questioni specifiche. Dal 1507 la sede comunale è trasferita nella Loggia sita in Piazza Vecchia e demolita nel 1900.

La Serenissima Repubblica

Dal 1404 al 1797 Malo fa parte del territorio di San Marco. Venezia conferma la validità degli Statuti Comunali che restano in vigore fino alla soppressione napoleonica. Dal Trecento Malo è sede della Vicarìa: vi si esercita la giustizia in prima istanza per i territori corrispondenti alla Pieve. Nel Quattrocento, per impulso di Cavazzoli, Loschi, Muzan e Da Porto, si sviluppano l'agricoltura, la produzione di vino e frutta, l'allevamento dei bachi da seta e l'artigianato. Sorgono fattorie organizzate, chiese, belle dimore e palazzi. Nei tre secoli successivi si edificano le ville degli architetti palladiani, degli Scamozzi e del Muttoni.

Nell'Otto e Novecento

L'organizzazione comunale di Malo finisce nel 1797. Dopo le dominazioni napoleonica ed austriaca, nel 1866, con l'annessione del Veneto, Malo fa parte del Regno d'Italia. Si trova a ridosso della linea di combattimento durante il primo conflitto mondiale. Nell'Ottocento prospera l'arte della seta con le filande. Queste, con le fornaci, caratterizzano la struttura produttiva del paese anche nella prima metà del secolo successivo. Nella seconda metà del XX secolo Malo si allinea all'avanguardia della produzione postindustriale del Nordest.

Da visitare

A Malo ci sono opere architettoniche, di scultura, di pittura ed espressioni delle altre arti, rappresentative di ciascun periodo, dal Trecento ai nostri giorni. Si possono incontrare piacevoli siti naturalistici e notevoli episodi di edilizia spontanea.

Chiesa di Santa Libera.

E' l'antica Pieve di Malo, rinnovata nelle strutture dal 1721 al 1897. Di particolare valore la Madonna con il Bimbo, capolavoro in pietra della bottega di Bernardino e Tommaso del Pedemuro, l'altare delle stelle (o dell'Addolorata) del 1670 , la Cappella del Crocefisso (1690), e quella di Santa Libera (1739) con l'immagine postgiottesca. La Monumentale Via Crucis lungo la salita al Santuario ha formelle in bronzo di Guido Cremasco (1952).

Chiesa di San Bernardino (ora Sala Consigliare)

E' la chiesa del Comune, gotica, edificata nel 1456 sul sito di un'antica cappella, accanto all'Ospitale. Il sacerdote, eletto dal Comune, aveva l'incarico di istruire i giovani e di assistere i bisognosi. Nell'interno ci sono tracce di vetusti affreschi. Significativo il ritratto arguto di San Bernardino.

Chiesa di San Francesco in via Muzzana

Il campanile gotico, del 1460, era affiancato alla Chiesa di San Giacomo della quale si è recuperato l'affresco con il Padiglione. Francesco Muzan nel 1507 eresse la chiesa in stile Rinascenza su probabile disegno di Rocco da Vicenza. All'interno fascia con grottesche tardogotiche del 1507, antico Fonte della Pieve e tele del Settecento.

Chiesa di San Nicola in via Porto *

La chiesa, come l’attigua abitazione che fu casa del cappellano e che ora ospita un centro di ritrovo per gli anziani, furono voluti per testamento da Nicolò da Porto (1537) e realizzati molto più tardi da suo nipote Don Giampaolo (inizi del 1600). Sicuramente la chiesa era già eretta nel gennaio 1613, come attestano alcune fonti documentarie). Nell’800 la chiesetta passa in proprietà degli Esposti di San Marcello.

Al suo interno si conserva una pala d’altare del Maganza raffigurante San Nicolò.

Orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle 14.30 alle 18.30.

A Molina:

Chiesa di Santa Maria

La parte centrale dell'edificio, con pianta a croce greca, fu iniziata nel 1466 da Francesco Da Porto. Suo figlio Giovanni commissionò il Christus Patiens e la Pala in pietra della Madonna con il Bimbo e San Bernardino, capolavoro dei Maestri del Pedemuro.

Castello gotico di Giovanni Da Porto

Si allinea lungo la strada, ora devastato, quanto rimane della facciata dalle eleganti torrette, coronata un tempo da pittoreschi merli a coda di rondine. Il Castello fu ultimato nel 1481.

Incompiuta Villa di Giuseppe Da Porto

Sul lato settentrionale della scenografica Corte Granda si innalzano le colonne del Pronao, progettate gigantesche, nelle dimensioni del tempio di Giove Statore a Roma. La costruzione della villa progettata da Andrea Palladio fu interrotta nel 1542.

Oratorio di San Rocco

Sul sito di precedenti edicole, nel 1708, fu edificato nelle eleganti forme attuali, con qualche sorvegliato elemento rococò. Restaurato di recente conserva all'interno un pregevole altare.

A San Tomio:

Barco Ghellini

Una Casa Torre dei Loschi e un Palazzo cinquecentesco sul sito di un casale furono collegati nel 1620 dalle nobili arcate della Loggia, alte su due piani, su disegno di architetto scamozziano.

Corte dei Loschi e Villa Checcozzi Dalle Rive

Lo spettacolare insieme, su un sito abitato ininterrottamente dal periodo romano, ora è in degrado. Si nota un'antica casa torre, riattata nel Quattrocento. La villa fu progettata dal Muttoni per Matteo Checcozzi. Stupefacenti sono le decorazioni del Salone, eseguite nel 1720. Le statue simboliche della Scala d'onore sono attribuite a Giacomo Cassetti. La misteriosa alcova con gli espressivi telamoni è un ambiente intrigante. Nei dintorni si possono ammirare la rinascimentale Casa Marchesini, il Palazzo tardosecentesco di Corte dei Grendene e al Visan l'insieme di Villa Fabris con l'Oratorio della Concezione, del 1714. La Chiesa parrocchiale, edificata nell'Ottocento sul sito di una cappella esistente già sul finire del Duecento, custodisce la Pala di San Tommaso, opera di Girolamo Maganza.

Nel Centro Storico:

Le contrade, già strutturate nel Quattrocento, conservano dimore gotiche, rinascimentali e classiche: ogni secolo posteriore è documentato in facciate, portali, palazzate e caratteristiche quinte di case, riusciti esempi di architettura spontanea .

Capovilla vanta la storica residenza dei Morandi Bonacossi, discendenti dei Muzan. All'interno un pozzo e la colombara risalgono al Quattrocento. Del secolo successivo è il porticale colonnato.

La Casabianca, già ottocentesca fattoria del Montecio, è ora sede della prestigiosa raccolta di Grafica Contemporanea e di numerose iniziative culturali.

Furono costruiti agli inizi del Settecento Palazzo Galdioli Gualtiero in Via Muzzana e Palazzo Di Velo Cera in Via Chiesa. Risale a questo secolo Palazzo Muzan ai Pini, edificato presso le strutture di un Casale del Cinquecento.

Tra i più antichi edifici è la Vicarìa, ora Palazzo De Zen Grendene: forse Sala della Curtis. Fu residenza di Enrico Scrovegni e di suo genero Vitaliano De Lemici, usurai padovani condannati da Dante nel XVII canto dell'Inferno. La facciata e il portico colonnato sono degli inizi dell'Ottocento. Alla fine dello stesso secolo risale la costruzione di Palazzo Corielli, sede del Museo della serica e della laterizia.

Villa Castellani Fancon fu edificata nel 1775 sulle dimore medievali dei Muzan. La facciata neoclassica è del 1862, su progetto di L. Dalla Vecchia. Sono favolosi i Giardini all'italiana con la Serra e il Parco Romantico, disegnati da A. Caregaro Negrin. All'interno pregevoli affreschi e dipinti di G. Busato e L. Giacomelli.

Villa Zerbato Clementi, ora dignitosa sede della Biblioteca, è un insieme di edifici del Sette e Ottocento cresciuti intorno ad una casa torre al centro di uno dei più antichi casali benedettini, con gran brolo cinto da muri già nel Trecento.

Il Duomo, su disegno dell'architetto neopalladiano L. De Boni, è imponente monumento, severo nella sua classica maestà. Sugli altari e sulle pareti si allinea una serie di dipinti, espressione dei più noti maestri dell'Accademia Veneziana, come Molmenti, Roi, Busato, Grigoletti, Zona. Nella sacrestia sono custodite tele provenienti dalle chiese di San Benedetto, di Santa Maria del Castello e di San Bernardino, come la Pala dell'Assunta del De Pieri, quelle di Sant'Antonio, di San Gaetano e La Strage degli Innocenti di G.Carpioni, la pregevole Annunciazione di G.Apollonio, genero di Jacopo Da Ponte detto il Bassano.

A Case di Malo nel 1864 si edificò un oratorio, dedicato a San Michele, patrono dei fornaciai. Nel 1910 si costruì lo slanciato campanile. La chiesa attuale è del 1927; fu ampliata nel 1936 su disegno dell'ing. F. Miotti.

All'Ottocento risalgono numerosi palazzi tipici, con ingresso voltato, come Palazzo Zambon, ora nobile sede del Comune. Nel contiguo Palazzo Meneghello nacque Luigi, lo scrittore veneto più rappresentativo che trascorse qui l'infanzia. Nelle sue opere prestigiose ha immortalato con arte mirabile la piccola patria, il particolare linguaggio, il caratteristico e libero spirito maladense.

Mariangela Cogo

* Per la Chiesa di San Nicola in via Porto: testo tratto da "Malo e il suo Monte. Storia e vita di due comunità"

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