Contenuto | Il legno morto...è vita!UN COMPONENTE FONDAMENTALE DEGLI ECOSISTEMI FORESTALICHE COS’È IL LEGNO MORTO?
LE FORESTEUna foresta non è un semplice insieme di piante ma è una comunità di organismi viventi formata da alberi di ogni età, arbusti ed erbe, animali, funghi, batteri, alghe e licheni, tutti legati tra loro da complessi rapporti di convivenza che insieme formano l’ecosistema forestale. Molte specie altamente specializzate sono legate ai microhabitat che si formano esclusivamente nelle foreste “naturali” (cioè foreste che esistono da molto tempo in cui l’intervento dell’uomo è assente o trascurabile). LE MINACCEIl legno morto riveste grande importanza per la conservazione della biodiversità anche se spesso è considerato un segno di cattiva gestione dei boschi. In vari modi le nostre foreste sono private di questa risorsa (es. prelievo di legno morto a terra, eliminazione di alberi deperenti, prelievo di rosume dalle cavità). Oggi le minacce principali per la biodiversità nelle foreste italiane sono: 1)una gestione basata sulla selvicoltura finanziaria; 2)la frammentazione boschiva che riduce i boschi a piccole “isole” in un mare di coltivazioni agricole, aree industriali o commerciali. Albero sradicato in foresta IL “MITO” DA SFATARETra alcune errate credenze c’è anche quella che sostiene che il legno morto è dannoso alle foreste, poiché fonte di infestazioni parassitarie: ciò non è assolutamente vero, dato che gli insetti che demoliscono il legno morto occupano nicchie ecologiche totalmente diverse da quelle dei fitofagi che si nutrono dei tessuti vivi delle piante. I RILIEVI FORESTALI AL BOSCO DEL MONTECIO Rilievi forestali sulla necromassa legnosa Durante il 2008, nell’ambito di una ricerca sull’ entomofauna, sono stati effettuati dei rilievi sulla composizione forestale e sul legno morto del Bosco del Montecio. Questi rilievi sono stati eseguiti in tre aree di saggio seguendo il protocollo biosoil ed utilizzando la metodologia di Koop. Due aree di saggio rientrano nella categoria delle “Foreste a rovere e/o carpino bianco e/o farnia” con presenza di acero campestre, ciliegio selvatico e orniello, mentre la terza area di saggio è sostanzialmente un castagneto. In tutte le tre aree, i dati sulla necromassa indicano la presenza soprattutto di detrito legnoso grossolano (rami, branche, frammenti con diametro uguale o superiore ai 10 cm) in classi di decadimento medio-basse (ciò significa che il legno è scarsamente decomposto). Nell’area a castagneto sono state rilevate parecchie ceppaie in avanzato stadio di decadimento. Il volume di legno morto, calcolato sulla media delle tre aree di saggio, è di 7,8 m3/ha, vicino al valore medio della necromassa dei boschi italiani (8,7 m3/ha, Inventario Forestale Nazionale del 2005). I dati del 2008 per il Bosco del Montecio rispecchiano una gestione che nel corso degli anni ha permesso un primo accumulo di legno morto. Il proseguimento sulla stessa linea di gestione potrebbe portare al raggiungimento di un valore più vicino a una foresta naturale. Per esempio nella Riserva Naturale Bosco della Fontana (Marmirolo, MN) dove il taglio degli alberi è cessato nel 1994, il volume di legno morto stimato è di circa 34 m3/ha (dati del 2007). | ||||||||||||