Destinazione
originaria
Dal
1600 alla fine del 1700: casa colonica (funzione agricola).
Dal
1800 al 1972: casa padronale con adiacenze agricole.
Destinazione
attuale
Parte
del complesso di Villa Clementi è attualmente occupato dalla Biblioteca
Civica Comunale e dalla sede della Rete Museale Alto Vicentino.
DESCRIZIONE
STORICA
Nel
1600 la fattoria era di proprietà del monastero femminile di San
Domenico di Vicenza, affittata alla famiglia Zerbato.
Sul
finire del 1700, Gaetano Zerbato tratta con le monache per migliorare lo
stabile prevedendone anche un futuro acquisto.
Nell'ultimo
decennio del '700 Gaetano Zerbato, intendendo costruire una fornace
all'interno della fattoria, stipula con le monache contratti per
regolamentare l'estrazione dell'argilla e l'erezione di strutture
adatte allo scopo.
In
seguito alla soppressione del convento, in epoca napoleonica, e al
passaggio al demanio austriaco della proprietà dei beni appartenuti a
Enti Religiosi e assistenziali, Gaetano Zerbato acquista casa e fattoria
dallo stesso Demanio Austriaco.
Oltre
alla casa padronale, lo
Zerbato entra in possesso anche delle adiacenze est, della colombaia,
della stalla, e di un edificio agricolo sul lato di contrà Busia.
Gaetano
Zerbato fa erigere alcune barchesse per il deposito dei mattoni e nel
brolo, probabilmente vicino all'edificio agricolo, e
organizza la fornace all'aperto.
I
figli Giovanni e Francesco ampliano le vecchie stalle addossate ai muri
di Contrà Busìn e costruiscono di fronte alla dimora lo splendido
Porticale ad ampie arcate con sovrapposto finto attico e due piani di
Laboratori per la trattura della seta, provvedono a far decorare la Sala
della Musica valorizzata dalle semicolonne di ordine dorico
all'esterno, attrezzano le Scuderie e la Tinazzara.
Il
loro nipote Francesco Clementi corona questi ultimi edifici con merli
guelfi e trasforma la millenaria colombara in Castelletto Neogotico.
Appassionato
di frutticoltura, riorganizza il brolo, l'orto delle primizie, il
piccolo Parco antistante la Piazzola, fa erigere l'importante
Recinzione in muratura con stanti in ghisa, rastrelli e ringhiere in
ferro battuto.
Vissero
qui tre generazioni d'uomini d'ingegno che, se fossero stati un
po' meno prudenti, avrebbero potuto avviare il paese ad un rapido
progresso economico: Gaetano Zerbato con le innovazioni nella fornace
per laterizi, Giovanni con l'organizzazione della filanda per la
trattura della seta già nel 1830 e Francesco Clementi che sviluppò
adeguatamente i suoi progetti di agricoltura moderna e di conservazione
dei vini.
Tra
le strutture notevoli della Villa è la Cantina, sistemata da Francesco.
Negli anni Cinquanta vi si scendeva come in un sacrario. Bottiglie
antiche, di fogge diverse ed eseguite con vetro di differente colore a
seconda dei vini che dovevano contenere, erano inclinate sugli scaffali.
Funzionava ancora nel 1965 il sistema di irrigazione e temperatura
dell'acqua nell'orto, recinto entro il recinto del brolo, con
vasche, canalette e irrigatori che, messi in azione, diffondevano
nell'aria profumo di timo, reseda, di menta, salvia e rosmarino.
Dal
1880 l'intero complesso passa alla famiglia Clementi. Maria,
l'ultima erede, abita nella villa fino all'anno della sua morte
avvenuta nel 1972.
Dopo
la morte di Maria Clementi si doveva sistemare qui la Casa Riposo per
anziani e il sito si prestava benissimo allo scopo.
Nel
1976 il complesso viene venduto al Comune di Malo.
Dal
1999, in seguito all'esecuzione di alcuni lavori di ristrutturazione,
parte del complesso diviene sede della Biblioteca Comunale.
Nell'anno
2006 sono stati realizzati nell'edificio importanti interventi volti
alla conservazione del manufatto architettonico, in particolar modo per
quanto riguarda la conservazione delle pitture presenti nei locali e al
ricavo di nuove sale lettura al piano primo dell'edificio.
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DESCRIZIONE
ARTISTICA DEL COMPLESSO
Recinzione-
cancellata- giardino d'ingresso
La
sistemazione del giardino anteriore e della cancellata risale al 1889:
l'archivio Zerbato-Clementi custodisce vari disegni, progetti e
appunti relativi alla cancellata di cui ora si conserva solamente il
cancello principale, poichè il resto in epoca fascista servì da
materiale per fini bellici e fu sostituito con l'attuale struttura a
mattoncini traforati.
La
cancellata era in ferro e ghisa su base di muratura con decorazioni in
stile liberty, come si può vedere dal cancello principale
fortunatamente ancora integro, benchè da restaurare. Al di sopra dei
pilastri, due vasi in pietra decorano il cancello, simili a quelli di
Villa Castellani, opera dell'architetto Caregaro Negrin. Anche la
porta laterale verso via Grisi è originale.
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Foresteria
(ora sede della
Rete Museale Alto Vicentino)
La
struttura muraria insiste sull'adiacenza dell'antica casa colonica
del XVIII secolo.
Lo
spessore dei muri (80 cm) fa supporre un' origine molto antica
dell'edificio.
Esternamente,
sul lato minore verso via Cardinal de Lai, si nota l'intervento del
1830 circa, relativo alla porta finestra con poggiolo originale in
pietra la cui ringhiera ricorda quella coeva della scala della casa
padronale.
Nell'Ottocento
le stanze sono attrezzate ad accogliere gli ospiti, in seguito questa
parte viene utilizzata come abitazione per le famiglie di servizio e
attrezzata con cucina e focolare.
Piano
Terra
Si
accede da una porta d'ingresso che da subito al vano scale: a destra
si distribuiscono due ambienti, uno per lato.
A
destra: sala da pranzo in origine, soffitto a travi, tracce di
decorazione parietale molto lineare, eseguite a temperone, poi
parzialmente ricoperta di intonaco. Piccolo locale adibito in origine a
dispensa e ad acquaio.
Piccolo
vano sottoscala.
A
sinistra: sala da pranzo in origine,
soffitto a travi e cornice in malta.
Scala:
a quattro rampe in pietra di Vicenza con ringhiera in ferro fine '800.
Pianerottoli con piastrelle
colorate di fine '800. Sul soffitto e lungo lo sviluppo parietale
della scala si nota carta da parati con decorazioni leggiadre di primo
'900.
Dal
marzo 2007 questi locali ospitano la Rete Museale Alto Vicentino.
Primo
piano (attualmente inutilizzato)
La
scala si chiude con una porta a vetri in stile liberty, a tre ante.
Purtroppo il vetro della porta centrale,
molto pregiato, è
rotto, mentre rimangono ancora integri quelli della parte superiore.
A
destra: camera con soffitto a travature, pavimento a riquadri in legno.
Segue piccolo locale per uso bagno; notevoli e di valore le due porte
ottocentesche che danno sulle scale.
A
sinistra: camera avente la medesima impostazione della camera a destra.
Secondo
piano (attualmente inutilizzato)
Il
soffitto della scala presenta una decorazione a rosettoni dipinti su
intonaco e arelle.
I
locali della soffitta presentano la stessa suddivisione dei piani
sottostanti e sono agibili, avendo un'altezza adeguata
all'abitabilità. Presentano pavimento in mattoni di epoca
ottocentesca.
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Casa
padronale (ora sede della Biblioteca Comunale)
Il
nucleo più antico della casa colonica risale al 1500: lo spessore dei
muri verso via Grisi, quelli confinanti con la foresteria e altri,
rimandano a preesistenze molto antiche.
La
ristrutturazione nelle forme attuali risale alla prima metà dell'800.
Piano
terra
Sala
d'ingresso: pavimento in palladiana con fasce e bordo; soffitto a
fitti travi in legno decorati, quattro soprapporte pure decorate con
motivi floreali. Porte e infissi di fine '800.
La
bussola della porta d'ingresso presenta decorazioni lignee in stile
liberty.
A
destra: sala con pavimento in cotto, soffitto di fitti travi e cornice
in malta.
Altra
sala con pavimento in cotto con pregevole decorazione delle pareti e del
soffitto in perfetto stile liberty.
Piccolo
locale sottoscala con vecchio fusto di colonna in pietra.
A
sinistra: sala con pavimento in origine ad assi di legno (nel 2007
rifatto con terrazzo alla veneziana), soffitto ad intonaco con vecchio
decoro classico ottocentesco. Cornice classica.
Altro
piccolo locale con soffitto ad intonaco e decorazione neoclassica.
Altro
locale sottoscala cui si accede per due scalini.
A
sinistra: sala con notevole pavimento a motivo stellare, riquadri e
fasce a tralcio di vite. Decorazione liberty del soffitto.
Piccolo
locale di disbrigo verso sud est, con scala antica di probabile origine
settecentesca, in marmo di Asiago che porta direttamente alla soffitta
senza accesso ai piani intermedi.
Scala
Datata
1835 è in pietra viva con inserti in veneziana bicolore nei
pianerottoli. Le pareti e il soffitto sono decorati in finto marmorino,
con decorazioni a medaglioni e cassettoni. Ringhiera in ferro e legno
della stessa epoca.
Primo
piano
Importanti
interventi di restauro condotti nel corso del 2006-2007 hanno permesso
il ricavo di quattro nuove sale lettura e di due bagni con annesso
ripostiglio.
Il
salone centrale presenta un pregevole pavimento in palladiana con fasce
perimetrali alla veneziana e un soffitto con travature in legno,
soprapporte decorate e pareti con quadrature stile 1830. Di notevole
pregio sono le 4 porte interne, in noce massiccio, dei
primi dell'800.
A
destra del salone, si apre una sala con pavimento ben conservato in
palladiana e fasce alla veneziana; soffitto a intonaco con stucchi
angolari a forma di testine classiche, medaglione dipinto al centro.
Vi
sono tracce di ricca decorazione sottostante, risalente al primo '800
successivamente ricoperta da intonaco.
La
sala di nord est: presenta un pavimento pregiato in fine terrazzo alla
veneziana, con elegantissimo fregio in tessere bianche a forma di
tralcio di vite.
Anche
il soffitto presenta una decorazione molto ricca: a fronde, nastri e
tralci vegetali di fine settecento. Il soffitto è voltato e di notevole
valore.
A
sinistra: sala nord-ovest con palladiana e soffitto decorato.
Le
altre stanze del piano primo sono attualmente inutilizzate, e
comprendono una camera a
sud ovest con muro molto spesso oltre 80 cm facente parte del nucleo più
antico divisa in due vani da un muro eretto posteriormente per mettere
in comunicazione la casa con la foresteria. Notevoli il pavimento a
cassettoni lignei e il soffitto con travi decorate.
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Sala
della Musica (adibita
attualmente a sala periodici)
E'
un corpo aggiunto nella prima metà del 1800 (abbiamo testimonianze
epistolari del 1830 circa) dai figli di Gaetano Zerbato, Francesco e
Giovanni. Esternamente si presenta come un edificio di media altezza
suddiviso da quattro colonne doriche di classica eleganza e di estrema
razionalità.
Il
muro di via Grisi apparteneva ad una struttura precedente, ma fu in
parte utilizzato ed inglobato nella nuova costruzione.
In
perfetto stile neoclassico, è costituita da un salone unico, ora
ricoperto da una pavimentazione moderna in assi di abete, sopraelevata
rispetto al livello originario.
La
decorazione del soffitto e delle pareti è pregevole e costituisce la
parte più ricca dell'intero complesso. Eseguita probabilmente a
calce, ricopre le quattro pareti ed il soffitto della Sala.
Si
tratta di una decorazione a finte lesene con candelabre, che si
alternano a svecchiature con finte cornici sagomate. Sopra la porta di
accesso alla Sala vi è una svecchiatura a forma di ottagono allungato
con fiori su sfondo azzurro. La zona inferiore delle pareti è decorata
da una zoccolatura a finti marmi venati grigio e verdino. La decorazione
delle pareti si raccorda a quella del soffitto attraverso un cornicione
in malta, modanato e decorato a motivi
vegetali. Al centro del soffitto è dipinto un elegante rosone.
La decorazione della volta si sviluppa lungo il perimetro della Sala,
per una larghezza di circa 1,70 mt dal cornicione. Un fregio con motivi
floreali, rosoncini e racemi si affianca ad uno più ampio, arricchito
da quattro tondi posti agli angoli della volta, entro i quali sono
raffigurati dei graziosi putti musicanti, su sfondo azzurro. A metà dei
quattro lati si trovano quattro ovali, ove sono dipinti alcuni strumenti
musicali a fiato e a corde, sempre su sfondo azzurro. L'intera
decorazione è impreziosita da esili finiture eseguite con oro a base di
rame, come si può capire dal viraggio subito dal pigmento nei secoli.
Nel
corso del 2006 e durante i primi mesi del 2007 è stato eseguito un
importante intervento di restauro dei dipinti che ha riguardato il
risanamento delle zone di intonaco lesionato, il recupero della cromia
originale e dell'unità compositiva.
E'
stato inoltre eseguito il restauro del pregevole pavimento in legno
della Sala, nonchè la sostituzione delle lampade esistenti.
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Porticato-barchesse
e granai
Questa
struttura neoclassica risale al 1830. Il portico presenta cinque ampie
aperture ad arco a tutto sesto, con lesene e attico pure a lesene.
Doppie finestre sopra ogni arcata, mentre nel sottoportico si aprono le
finestre del piano terra e del primo piano corrispondenti a magazzino e
a granaio.
La
pavimentazione del porticato è originale: ciottolato con liste carraie
nere.
I
muri perimetrali dell'edificio sono ottocenteschi; il locale al piano
terra adibito a magazzino è un ampio vano, senza divisioni interne.
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Locale
carrozze e cantina
Il
locale che serviva per rimessa delle carrozze e accesso alle cantine ha
strutture molto antiche, ma l'involucro verso il cortile interno, di
fattezze neogotiche, è da attribuire all'intervento di
ristrutturazione del 1882-83 ca.
Il
pavimento è in ciottolato con liste carraie nere, aperture ogivali
verso la corte e arco di accesso pure ogivale. Al di sopra della linea
di grondaia decorazioni a merlature neogotiche arricchiscono
l'edificio, in sintonia con la torre colombaia e la scuderia attigue e
coeve.
La
porta verso il giardino interno è invece settecentesca, con cancello in
ferro del primo Ottocento.
Attraverso
una scala settecentesca, molto ampia per permettere il passaggio delle
botti, si accede alla cantina, passando per un piccolo vano voltato a
crociera.
La
cantina è costituita da un locale ampio, voltato a botte che si
sviluppa verso est, con aperture a bocca di lupo.
Al
piano superiore corrisponde un locale di uguali dimensioni adibito a
deposito attrezzi cui si accede da ampio portone rettangolare.
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Abitazione
secondaria
Dalla
rimessa si accede ad altro edificio adiacente alla sala musica, già
usato come abitazione indipendente con accesso diretto su via Grisi.
Fa
parte delle preesistenze settecentesche. Nella parte superiore si
accedeva ad un vano ampio attraverso una scala in legno ora scomparsa.
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Giardino-orto
E'
contornato da antiche mura e comunica con il complesso attraverso la
porticina in ferro del locale carrozze. La parte verso la casa era usata
come giardino, del quale si rilevano ancora sporadiche tracce di viali e
di aiuole. La parte verso est, invece, serviva da orto, e in essa vi
sono ancora antiche strutture di irrigazione, quali una vasca per
temperare l'acqua e una fontana.
Addossati
al muro nord si nota la presenza dei "letti caldi", strutture
- diffuse a partire dal '700 - atte alla semina e crescita di ortaggi
anche durante l'inverno.
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I
lavori di restauro
I
lavori di restauro eseguiti sull'edificio che ospita la biblioteca
comunale durante il 2006 e i primi mesi del 2007 si sono rivolti alla
conservazione del manufatto architettonico, in particolar modo per
quanto riguarda la conservazione delle pitture presenti nei locali (con
particolare riguardo a quelle della Sala della Musica) e al ricavo di
nuove sale lettura al piano primo dell'edificio.
Per
questo motivo, è stato eseguito un intervento generale di sistemazione
della copertura della Sala della Musica mediante il lievo del manto
esistente, il posizionamento della guaina e la collocazione in opera di
coppi con gancio, nonchè la sostituzione della lattoneria esistente,
allo scopo di preservare la muratura, e quindi i dipinti presenti sui
soffitti, da danneggiamenti ulteriori dovuti alla presenza di
infiltrazioni.
Un
altro importante intervento ha riguardato il risanamento delle murature
perimetrali interessate da umidità ascendente, in quanto alcune pitture
parietali presenti all'interno della biblioteca risultavano devastate
in seguito allo sfaldamento degli intonaci causato dalla risalita
capillare, per cui si è reso necessario intervenire sulle murature
operando un intervento di risanamento mediante la demolizione degli
intonaci esistenti ammalorati e la successiva stesura di intonaci
risananti, nonchè al restauro e alla ricostruzione delle pitture
parietali degradate.
Allo
scopo inoltre di preservare le murature dal problema dell'umidità
ascendente, si è inoltre proceduto all' iniezione di opportune
barriere chimiche, nonchè alla posa in opera di intonaco macroporoso
sulle superfici esterne dell'edificio allo scopo di proteggerle dal
dilavamento.
Altri
interventi hanno riguardato la sistemazione di alcune stanze poste al
piano primo dell'edificio, allo scopo di ricavare nuove sale di
lettura e consultazione, e il rinforzo del solaio della stanza centrale
mediante il posizionamento di putrelle in ferro.